mercoledì 16 aprile 2008

"Lascia che sia...

....tutto così e il cielo sbiadiva dietro le gru."

Era il 1978 e c'era questa canzone triste che raccontava di un addio. "Solo" di Claudio Baglioni, è una canzone che mi ha sempre commosso e che mi piace riascoltare spesso: c'è una linea melodica che porta a pensare quasi "chimicamente" a due persone che si stanno lasciando, pare di vederle, solamente ascoltando la musica. Ci sono due passi del testo, poi, che sono incredibili nella loro semplicità: "Non tagliare i tuoi capelli mai, mangia un po' di pù che sei tutt'ossa e sul tavolo fra il the e lo scontrino ingoiavo pure questo addio" e poi "E se adesso suono le canzoni, quelle stesse che tu amavi tanto, lei si siede accanto a me sorride e pensa che le abbia dedicate a lei..." che sono pura poesia. Quel magnifico impianto descrittivo che sa usare questo cantautore romano, usando le immagini come a "dipingere" le situazioni che canta. C'è una delicatezza straordinaria nel provare ancora, nonostante tutto il dolore per il fallimento di un Amore, di avere cura di questa donna che lo sta lasciando e poi, una volta "ricominciata" la vita, con una nuova compagna con cui condividere le cose semplici come ascoltare una canzone, la dolorosa bugia non raccontata e pietosamente taciuta anche a se stessi, nel lasciar credere di essere il destinatario di una canzone, di due righe scritte su un quaderno, di un pensiero dettato dal cuore.

Non so, ogni volta che finiva una mia storia mi sono sempre rifugiato in questa canzone. Forse perchè non è come tutte le canzoni "tristi e basta", ma lascia sempre una speranza, ma non la solita speranza di ritrovare quella donna, è forte la consapevolezza che la storia è finita, ma la semplice, umanissima voglia che tutti abbiamo provato di essere rimpianti:

"E chissà se prima o poi
se tu avrai compreso mai,
se ti sei voltata indietro....
E chissà se prima o poi
se ogni tanto penserai
che io solo
resto qui
e canterò solo
camminerò solo
da solo continuerò".


Credo che sia il limite di ognuno, quello di voler restare dentro la vita di ogni nostra compagna. Egoismo o umanissima debolezza, non so. Personalmente porto con me "le mie ragazze", quelle di un tempo. Chissà, probabilmente è la semplicità di ricordare momenti lievi e felici di quando si era ragazzi. Oggi, a quasi quarant'anni e con un matrimonio pronto, consapevole, maturo e voluto insieme ad una Donna Meravigliosa e Speciale, deciso per il prossimo ottobre, cercando un argomento per iniziare a dar forma a questo blog che sta in "embrione" da molto tempo, ho trovato questa canzone e le mie storie del passato. E' singolare come la memoria sia sublime e vigliacca. Visi e voci, dettagli ricordati perfettamente. Momenti portati a galla in forme dinamiche e reali. Nessun momento brutto. Allora viene da pensare proprio questo. Chissà se Rosalba, Eli, Simona o Marilena una sera, sedute al pc, dopo aver messo a dormire i loro figli, hanno pensato a questo "e chissà se prima o poi se tu avrai compreso mai, se ti sei voltata indietro."
Beh... non ho vergogna di dire che io sì, l'ho fatto, con la gioia e la consapevolezza che, per quanto duro, in quell'istante, possa essere stato perderle, era un disegno della vita: l'ennesimo insegnamento e passaggio della mia vita, fortunata e ricca di scelte ed esperienze. Le tappe di un lungo viaggio che mi hanno portato, maturo e pronto, a questa creatura splendida che di nome fa Roberta.

Lascia che sia....

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