Ho urlato come un pazzo. Ero lì dietro quando colpì quel pallone al volo, due passi dentro l'area, per rispedirlo dalla parte da dove proveniva e mandarlo a conficcarsi all'incrocio perfetto tra il palo e la traversa.
Arrivò a vent'anni. Sembrava un Califfo o forse un narcotrafficante. Era un Dio del Calcio. Aveva la faccia di chi sembrava non stupirsi di nulla. Era un fenomeno. E ovunque abbia giocato ha portato il suo calcio. Fatto di visioni e traccianti. Rimpiccioliva il campo. Vedeva nel futuro. Pareva giocare da fermo, col suo incedere lento e le spalle larghe. Avrebbe davvero potuto giocare da fermo. Uno dei più grandi centrocampisti del calcio moderno.
Che fortuna averlo visto giocare.
Signori, tutti in piedi, esce di scena Juan Sebastian Veron.
Juan Sebastian Veron Tribute
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